“Pittura italiana oggi” è il titolo della grande mostra che si tiene alla Triennale di Milano dal 18 novembre 2023 al 18 marzo 2024. Curata da Damiano Gullì, la mostra presenta il lavoro di 120 artisti italiani di diverse generazioni, nati tra il 1960 e il 2000, che hanno scelto la pittura come mezzo di espressione artistica. L’obiettivo dell’esibizione è di mostrare la ricchezza e la complessità della pittura italiana contemporanea, che non si riduce a una sola tendenza o a una sola scuola, ma anzi si articola in una molteplicità di linguaggi, stili, temi e tecniche. La mostra si sviluppa in 12 sezioni tematiche, che esplorano le diverse sfaccettature della pittura italiana, da quelle più legate alla tradizione a quelle più innovative e sperimentali. Da quelle più sociali e politiche a quelle più intimiste e personali. E ancora, da quelle figurative e narrative a quelle più astratte e geometriche. La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato, edito da Skira, che contiene i testi critici dei curatori e dei membri dell’honorary board, composto da personalità di rilievo nel campo dell’arte internazionale, come Francesco Bonami, Suzanne Hudson e Hans Ulrich Obrist. Pittura italiana oggi è anche un’occasione per celebrare il centenario della Triennale di Milano, istituzione storica dedicata alla promozione della cultura, del design e dell’architettura.

L'allestimento è stato progettato dallo Studio Italo Rota, che ha ideato un sistema modulare che permette ai visitatori di muoversi liberamente tra le opere, sperimentando una disposizione non cronologica ma dinamica. Anche i materiali utilizzati sono sperimentali, infatti il legno dei pannelli è interamente riciclato. Lo Studio Italo Rota ha anche curato il design delle opere murali site-specific, commissionate a diversi artisti per creare un dialogo tra il medium pittorico e il tema dello spazio e dell'architettura. Tra le opere site-specific, ci sono: Insostenibile dare un titolo (Bruciare da dentro) di Gianni Politi, un grande dipinto a olio su tela che occupa tutta la parete del foyer della Triennale, creando un effetto di esplosione cromatica.

Gianni Politi, Insostenibile dare un titolo, Bruciare da dentro, courtesy of Galleria Lorcan ONeil
Gianni Politi, Insostenibile dare un titolo, Bruciare da dentro, courtesy of Galleria Lorcan ONeil

Frana e fango, 2023 di Roberto Coda Zabetta pensato per il cavedio esterno di Triennale in cui colori, segni e forme si fondono con il contesto architettonico in cui i colori sembrano specchiare un cielo terso.

Frana e fango, 2023 di Roberto Coda Zabetta 

Composite I: La Pecora Quadricorna, 2023 e Composite II: L’Olio Selvatico, entrambe di Giulia Mangoni, che mette in scena due temi a lei cari, che ha vissuto in prima persona: la cura di una razza di pecora in via d’estinzione e la produzione di un olio da ulivi selvatici. Unisce così la realtà rurale e periferica a quella immaginifica e sarcastica a quella urbana. 

Tra i temi trattati in mostra emerge un fil rouge intimista e sensuale, fotografia di nuove forme di affetto e scambio, a volte ingenue, a volte promiscue, ora morbose e ora indifferenti. La prima tela a trascinarci come intrusi in una scena notturna, silenziosa, che ha luogo in uno spazio domestico illuminato da una luce un po’ marziana, è Tra i tuoi vuoti di Pietro Moretti. L’opera è uno scorcio dell’abbraccio di due amanti che inglobano i reciproci corpi al punto da esserne teneramente trapassati e inflitti. La figura che si scorge più chiaramente è quella di un ragazzo dal corpo poroso, ma dallo sguardo dolce. Forse quel corpo inafferrabile allude ad un altro tipo di inconsistenza, quella interiore. Ci si ritrova così a sbirciare un senso di goffo che attraversa l’intimità della scena e la pittura si fa veicolo di questa incompiutezza, dell’impossibilità di definire i confini emotivi dei sentimenti e degli oggetti e, al tempo stesso, la possibilità delle varie realtà di convivere anche così, in questo stato immateriale, come emozioni taciute e inaspettate.

Un altro immaginario diffuso e messo in scena dagli artisti mostra una realtà tutt’altro che terrena, decisamente sovrannaturale e fiabesca.

Pagura sul bagnasciuga, 2022 di Flaminia Veronesi ne è testimonianza. Un acrilico su tela che raffigura una pagura avvolta da un paesaggio blu. L'opera è un omaggio fragilità umana, ma anche alla sua continua metamorfosi, potente e rivoluzionaria. Una lingua di terra verde all’orizzonte fa intendere il forte legame con la realtà, che questo mondo marino e fantastico, non abbandona.

Summer Solar Power aka “Calipso”, 2021 di Thomas Braida è un olio su tela che rappresenta un mare stridente, abbagliante, assordante. I contrasti argento da un lato e la coda di una sirena viscosa e colorata dall’altro, che ha accanto una lattina accartocciata come a conferire un presentimento sinistro. 

Flaminia Veronesi, Pagura sul bagnasciuga, 2022

Questo agglomerato di tele, di stili, di fantasie, di messaggi ed interpretazioni presenta uno spaccato della pittura italiana contemporanea come altamente frammentato e discontinuo. Camminando si ha l’impressione che le opere non dialoghino veramente tra loro ma che sgomitino ciascuna per attirare l’attenzione dello spettatore su di sé, sul proprio tema, sulla propria storia. Ne emerge un’arte anticonformista, prodotta da interpreti insofferenti. Il Dio celato di queste tele è l'individualismo, espressione del concetto del singolo. Gli artisti proiettano su tela (o altro) il loro parere, la loro realtà e la loro visione del mondo. Gli accostamenti fatti da Gullì sono dunque per la maggior parte dettati da un equilibrio di forma, di architettura della scena e solo raramente dalla condivisione di significato. Ciò che sorprese dunque trovare è similitudini distanti e non voluti, temi ricorrenti e coincidenze espressive. From Just Married Machine, 2022 di Pietro Roccasalva è il risultato di una grande stratificazione che vede il suo principio nella natura morta - una tavola imbandita - che apre il film di Pier Paolo Pasolini La Ricotta. Nel 2012 Roccasalva re-immagina quella tavola imbandita trasformando gli elementi di cui era composta in una scena densa e grandiosa che mette insieme figure umane, animali e oggetti. Il dipinto, vibrante, ritrae uno dei protagonisti di quel tableu vivant: lo sposo. Egli è immerso da una moltitudine di oggetti in scala umana che affollava la scena originaria del film. L’approccio di Roccasalva alla pittura incrocia linguaggi e tecniche diverse che, alimentandosi a vicenda, generano continue nuove prospettive creando una superficie vibrante e cangiante.

Pier Paolo Pasolini è protagonista di un’altra tela presente in mostra. Questa volta non attraverso i suoi film, ma lui stesso in persona nel momento tragico del suo assassinio. Hostia, 2022 di Nicola Verlato è una gigantesca pittura scandita da uno schema tripartito che manifesta la sua architettura riempiendo tutta la scena. Al centro del dipinto Pier Paolo Pasolini che cade capovolto verso un Ade costellato di altri corpi come lui stesso descriveva in Salò. La scena è apocalittica e solenne, un richiamo alle tele sacre piene di dettagli e di figure secondarie a fare da contorno al protagonista. Un esplicito richiamo alla pittura classica in cui venivano raffigurate nel dettaglio le figure di contorno, i paesaggi in secondo piano e un senso di drammaticità esistenziale dato dal sapiente uso della luce e del chiaroscuro, altro richiamo alle tradizioni del passato.

Nicola Verlato, Hostia, 2022

Verlato allude ad una tridimensionalità resa dalla stratificazione di un racconto che vuole però ancora rimanere fortemente legato alla bidimensionalità. Percorrendo l’esibizione si incontreranno invece esempi di artisti che utilizzano la pittura in maniera non convenzionale per raggiungere una dimensione che và ben oltre la tela piatta creando nuove possibilità di rappresentazione dello spazio. 

Alcuni artisti hanno sperimentato con la prospettiva, la geometria, la luce, il colore, la materia, la forma, per creare effetti di profondità, movimento, illusione, astrazione. Altri artisti hanno utilizzato la tela come supporto per applicare o inserire elementi tridimensionali, come oggetti, sculture, collage, tagli, buchi, che interagiscono con lo spazio circostante e con lo spettatore. In entrambi i casi, la pittura diventa un mezzo per esprimere una visione del mondo che non si limita alla superficie, ma che si apre a una prospettiva diversa.

Un’esempio è l’opera di Giuliana Rosso Three House, 2023, che si sviluppa su tre fogli di carta di cui una sul pavimento. L’angolo che si crea con l’intersezione di questi fogli crea per l’artista un mondo in cui tutto è possibile. In questo caso la scena rappresenta un rituale ormai diffuso tra le nuove generazioni, ovvero quello della challenge. Un ragazzo sembra compiere un gesto estremo, quello di lanciarsi da una finestra spettrale mentre viene ripreso da uno smartphone. Sulla parete opposta una ragazza impaurita si nasconde, Il risultato è la creazione di un mondo parallelo in cui lo spettatore è escluso ed estraneo.

Giuliana Rosso, Three House, 2023

A riflettere sul rapporto tra spazio e oggetto come raffigurazione è anche l’opera di Alice Visentin. Una scultura muta, con le parole cadute a terra, fatte scivolare giù da questa bocca immensa quasi una bocca della verità, un totem capace di smascherare e spaventare lo spettatore che aggira divertito. A sconfinare lo spazio vi è anche l’utilizzo di ogni superficie come utile per raccontare il suo messaggio. Nella rappresentazione di Visentin nulla viene sprecato, anche il retro di questa maschera si fa messaggio, specchio argento che riflette la luce, ricorda l’acqua e abbaglia chiunque si ponga al suo cospetto.

Installation view, foto di Piercarlo Quecchia, DSL Studio, © Triennale Milano

Pittura italiana oggi vuole offrire una panoramica ampia e articolata della produzione pittorica italiana degli ultimi decenni, mettendo in evidenza la varietà e la vitalità di questo medium artistico. Visitando la mostra si capisce come la pittura non sia un linguaggio omogeneo e uniforme, ma si esprime attraverso una pluralità di approcci, stili, temi e tecniche, che riflettono le diverse sensibilità, visioni e ricerche degli artisti. Abbiamo trovato nomi affermati e riconosciuti a livello nazionale e internazionale, ma anche giovani emergenti e talenti ancora poco noti al grande pubblico. La mostra non segue una logica cronologica o tematica, ma propone un dialogo aperto e stimolante tra le opere, che si confrontano e si contaminano tra loro, creando nuove connessioni e suggestioni. Pittura Italiana Oggi è quindi un’occasione unica per scoprire e apprezzare la ricchezza e la complessità di questa tecnica antica che si pensava ormai futile, non necessaria. Essa invece non si lascia ridurre a una sola tendenza o a una sola scuola, ma anzi si manifesta in una molteplicità di espressioni, originali e significative.