Salvatore Morales, classe 1990. Nasce a Taranto, sua amata città in Puglia, che a volte però lascia poco spazio ai giovani per esprimersi e sviluppare le proprie passioni, racconta Salvatore. Ragione per cui all’età di 19 anni si trasferisce a Milano, iscrivendosi a Interior Design allo IED, un po’ per caso, quasi per gioco. Da lì inizia un percorso all’interno del mondo del Design e della sua nuova realtà: Milano. Comincia a lavorare presto e senza difficoltà, facendo pratica in alcuni studi di architettura meneghini. Di lì a poco Salvatore approda a Londra, dove raggiunge Lorenzo Scisciani, ex collega allo IED. Proprio lavorando fianco a fianco per uno studio di architettura a Chelsea, nasce tra loro una forte sinergia lavorativa, al cui duetto si aggiunge un terzo designer: Sacha Andraos. I tre si trovano fin da subito a lavorare su progetti bespoke molto grossi, i cui output riscuotono un enorme successo tra le aziende produttrici. È così che nel 2016 decidono di mettersi in gioco fondando Artefatto, studio di Interior & Product Design.

Fin da subito Artefatto ha un approccio a tutto tondo, occupandosi di ogni singolo aspetto che ruota attorno al Design d'interni. Per questo motivo la genesi del brand "Secolo" qualche anno dopo, avviene naturalmente.

Durante l'intervista emerge il forte amore che Salvatore nutre per la propria patria, raccontando di come tramite continui progetti e attività, cerchi di coinvolgere e valorizzare la sua terra d’origine. Interesse riversato anche nel suo lavoro. “Noi di Artefatto abbiamo sempre cercato di essere attivi nel sociale”, spiega Salvatore. Ad esempio, nel Marzo 2019 Artefatto ha esposto all’interno della mostra “Artefatto hits Rome”, presso la Contemporary Cluster Gallery a Roma, delle opere in ceramica realizzate con la collaborazione di un Istituto d’arte di Grottaglie, Puglia, tramite workshops con gli studenti nei rinomati studi di ceramica del paese. 

Riguardo Artefatto Salvatore precisa che, essendo l’Italia un’eccellenza nel settore design & forniture, non è sempre stato facile affermarsi e farsi conoscere. Motivo per cui è stato emozionante per i tre soci trovarsi così in fretta a progettare per aziende leader nel settore. “Eravamo stupiti, erano aziende che vedevamo nei Magazines all’Università e ci siamo ritrovati a disegnare per loro”, racconta Salvatore in merito alla loro prima collaborazione con De Castelli. 

Parlando della tipologia di clienti per cui progettano, Salvatore precisa: “abbiamo la fortuna di lavorare per clienti internazionali e di poter sperimentare con gusti diversi, stili diversi; cosa atipica per uno studio di Interior Design”. Inoltre aggiunge quanto sia importante trasmettere il proprio stile in ogni progetto per rendersi riconoscibili.

Riguardo la produzione di design per l’arredamento in tempi contemporanei, Salvatore fa una riflessione:

"si tende a produrre contenuti ad una velocità disarmante, spero che questo momento di pausa ci faccia anche un po’ riflettere sulle tempistiche e sulla qualità con cui bisogna fare le cose."

Spiegando come la frenesia odierna, che porta le aziende a produrre collezioni in tempi molto stretti (richiesti dal mercato), sia causa di una cultura progettuale talvolta non abbastanza profonda per far sì che un prodotto diventi senza tempo, trasformandosi in un’icona. Come esempio Salvatore cita la famosa Panton chair di Verner Panton, frutto del lavoro di quasi dieci anni. 

Tra le passioni personali che Salvatore coltiva quotidianamente, c’è il collezionismo vintage: dagli oggetti d’arredo, all’abbigliamento militare e denim. Passione che si estende a tutto ciò che abbia una storia da raccontare. Infatti, spiega che nel suo settore l’ispirazione più grande viene proprio dallo studio del passato, dall’analisi di ciò che è stato fatto, e come.

Tra gli oggetti personali significativi ci sono la lampada "Eclisse" di Vico Magistretti, il Coffee table “SUNRISE” che Artefatto ha realizzato per De Castelli e una cornice bianca in gesso costruita da suo nonno decoratore e prima grande fonte di ispirazione per Salvatore.

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