October 28, 2020No Comments

Podcast 2 - Giorgio Galimberti

In questo episodio scopriremo come una fotografia, da un’intuizione personale, possa diventare virale e catturare l’attenzione della gente.

“Cosa succede? Niente! Sta solo passando la vita!” dice Tano d’Amico in merito alla fotografia.
E il compito del fotografo è proprio questo, quello di immortalare la vita che passa. Individuare quei momenti fugaci e bellissimi in cui si racchiude un sentimento e scattare, repentinamente.
Non c’è tempo di riflettere o pensare, nella fotografia bisogna agire. Poi c’è anche un altro aspetto della fotografia che affascina il protagonista di oggi e che indagheremo insieme, attraverso l’episodio che vi stiamo per raccontare. Si tratta di quella combinazione di fattori che rende uno scatto universale. Uno scatto che arriva dritto al cuore della gente, colpisce il loro petto con forza, suscitando sentimenti potenti. Non stiamo più parlando del semplice cogliere l’attimo giusto, ora siamo entrati in un campo un po’ mistico, poetico, da cui nascono scene eterne.

Io sono Thomas Trabacchi e questo è “Episodi d’arte”, il podcast in cui raccontiamo pillole di vita dei nostri artisti, che hanno ispirato la loro creatività e fantasia. Testo a cura di Eleonora Confalonieri, edito da Anna Iacovino. Programma di Eleonora Confalonieri.
Scopri tutti gli episodi su Artebella.it

July 8, 2020 — Comments are off for this post.

Gender Project

Un progetto di Veronique Charlotte

Preparatevi! A Milano a Ottobre avrà luogo lo show di Gender Project, il percorso di fotografia sociale che ritrae 100 candidati in 10 città del mondo, per approfondire il concetto di "genere" nella società odierna.

Gender Project ha visto la sua prima edizione a Londra il 3 e 4 settembre 2019, ma Londra è solo dove inizia. Il progetto ha il potenziale per essere portato in diverse città a livello internazionale con lo stesso obiettivo, come: "Il genere è tutti ed è ovunque".
Le 100 fotografie per ogni città sono state catturate durante uno scambio intimo di energia della durata di un'ora, in cui soggetto e fotografo hanno assunto volontariamente una posizione aperta e vulnerabile l'uno di fronte all'altro per discutere della loro comprensione della fluidità e dell'identità.
Il progetto parte dall'etimologia della parola Genere, che è solo vagamente associata al sesso e più ampiamente associata dal latino alla parola “GENTILEZZA“. L'intenzione di Veronique è quella di creare una catena di mostre multimediali con installazioni visive e sonore. Gender è uno spazio aperto a tutti coloro che sono felici di far parte di questo viaggio e a tutti coloro che vogliono condividere emozioni, essere aperti alle discussioni e stabilire connessioni.

July 6, 2020No Comments

Intervista a Lucrezia Roda, fotografia industriale

Lucrezia Roda, fotografa, classe 1992.

Frequenta l'Istituto Italiano di Fotografia per poi specializzarsi all'Accademia della Scala in fotografia di scena.

Sviluppa la sua fotografia vicina al contesto familiare raccogliendo scatti nella trafileria di famiglia. Così lavora al suo primo progetto di fotografia industriale, STEEL-LIFE che espone per la prima volta a Milano nella Galleria Fumi. Nel 2018 porta il progetto alla fiera MIA vincendo il premio per le migliori proposte.

Nell'intervista Lucrezia racconta il suo percorso formativo e le suggestioni raccolte lavorando a recenti progetti tra cui la recente commissione per la Fondazione Dino Zoli e gli scatti notturni ai siti industriali da loro illuminati: Porto di Ravenna e Polo Chimico di Ferrara.

“Nel mio nero ci sono problemi che nascono dal mio bianco mangiato / è un buco dove ci sono problemi che cadono dentro /
in un vuoto che io continuo a fotografare."

Misteriosa e costellata di minuscoli dettagli, la fotografia di Lucrezia crea empatia con il pubblico e traduce in poesia anche i luoghi meno ospitali.

Guarda l'intervista qui!

April 10, 2020 — Comments are off for this post.

Intervista a Giorgio Galimberti, street photography

Giorgio Galimberti, classe 1980, nato e cresciuto in mezzo alla fotografia. Nell’intervista avvenuta l’8 Aprile 2020 in diretta Instagram su @artebella.it racconta il suo percorso professionale.

Giorgio fin dall’età di 8 anni si è ritrovato in mezzo ai lavori di suo padre, Maurizio Galimberti, anch’egli fotografo e sperimentatore. L’approccio fanciullesco al mezzo fotografico è stato con le Polaroid e la pratica in camera oscura. Crescendo è andato a lavorare nell’impresa edile di famiglia, come geometra. Da lì nasce l’amore per il rigore e le line geometriche. La predilezione per immagini pulite ed eleganti, l’occhio naturale per composizioni equilibrate, sono caratteristiche che Giorgio ha sicuramente sviluppato crescendo in un contesto brianzolo, di mobilieri. 

Stare fianco a fianco di un padre con un carattere molto forte e influente è sicuramente stimolante e a volte difficile. Giorgio però ha saputo trarne un vantaggio e, ispirandosi a grandi fotografi come Mario Giacomelli, ha trovato la sua cifra stilistica ben definita. Bianco e nero, forti contrasti, immagini eteree, appartenenti ad una sfera quasi immaginaria. Per questi motivi la fotografia di Giorgio si può definire metafisica. 

Riguardo le influenze esteree Giorgio vede Eiko Osoe come il maestro per eccellenza della fotografia Nipponica e ne è affascinato dalla schiettezza dei suoi nudi ed il fascino orientale.

“Io penso che le immagini accademiche e perfette siano un po’ uno specchio per le allodole, quando si va a cercare la perfezione poi si rischia di avere una fedele riproduzione e qualcosa che manca”, dice Giorgio commentando una celebre frase del fotografo francese Robert Doisneau. Citando poi come esempio autori del calibro di Robert Frank e Paolo Pellegrin. 

In post produzione si definisce rozzo e scolastico. Usa Lightroom, ma solo per poche funzioni di base: il bianco e nero, il contrasto, la sottoesposizione ed il controluce.

Per Giorgio questa maggiore fruizione della fotografia da parte di tutti, facilitata dall’uso della tecnologia, è un’opportunità. "Se cresce il numero degli appassionati, cresce il bacino di utenza per noi fotografi", spiega. Inoltre, sottolinea come la fotografia sia un linguaggio universale, che ha una potenza difficile da contenere. Al giorno d’oggi siamo arrivati ad avere fotografie nelle note del cellulare, come appunti. “La fotografia è multilingue e arriva a tutti, al letterato, come al bambino di prima elementare. Quindi è questa la sua forza”.

Inoltre Giorgio ha partecipato alla raccolta fondi “100 fotografi per Bergamo” organizzata dalla rivista Perimetro e la descrive come un evento che passerà alla storia. 100 fotografi internazionali sono stati chiamati per mettere in vendita a 100 Euro una loro foto per sostenere gli ospedali di Bergamo colpiti dalla crisi del Coronavirus. “In sette giorni hanno raccolto 726 mila Euro ed è stato il crowdfunding di fotografia più importante in Italia”, racconta Giorgio.

Infine, nel corso dell’intervista è stato chiesto a Giorgio di descriversi con tre oggetti. Ha scelto la sua macchina fotografica: una Panasoic Lumix G9, di cui è Brand Ambassador. “Per me è come il proseguimento del mio braccio, non vivo senza.” Il secondo oggetto sono un paio di scarpe da corsa. Confessa che curarsi e mantenersi allenato è il modo migliore per piacersi e acquisire sicurezza di sé, anche come fotografo. In aggiunta, lo sport insegna disciplina e rende possibile perdersi nelle città per ore e ore senza sosta, per compiere estenuanti reportage fotografici. Il terzo oggetto è il centimetro, che rappresenta la sua storia, il suo passato e la sua formazione come geometra. 

Guarda l'intervista qui!

April 5, 2020No Comments

Il salotto creativo: gli ospiti

Inspiring stories for mindful people

Artebella presenta Il salotto creativo. Un piccolo talk show virtuale in cui verranno condivise storie straordinarie di persone ordinarie.

Interesse, passione, curiosità, intraprendenza, perseveranza, audacia, sono solo alcuni tra i fattori che accomunano gli ospiti.

Puntata finale con Lavinia Fuksas

Mercoledì 15 Luglio, 2020
19:30
Live Instagram su @artebella.it

Prossimi appuntamenti:
- Putanta finale Mercoledì 15 Luglio con Lavinia Fuksas.

Appuntamenti passati:
- Mercoledì 08/03, @Giorgio Galimberti, fotografia e fotoreportage
- Martedì 14/04, @Andrea Isola, exhibition design
- Giovedì 16/04, @Salvatore Morales, interior & product design
- Martedì 21/04 @Niccolò Rossi, ceramic design e installazioni
- Giovedì 23/04, 18:30 @Lucrezia Roda, industrial photography
- Martedì 28/04, 19:30 @Albero Lina, tecnologia e arte
- Giovedì 30/04, 19:30 @Matteo Lanfranchi, teatro contemporaneo
- Martedì 05/05, 20:00 @Beatrice Novara, the Journey
- Giovedì 07/05, 19:30 @Ania Ambrosio, cinema oggi
- Mercoledì 13/05, 20:00 @Lise Arlot, co-owning art
- Mercoledì 20/05, 19:30 @Filadelfo Castro, musica e produzione
- Mercoledì 27/05, 19:30 @Riccardo Angossini, The Address Gallery
- Mercoledì 03/06, 19:30 @Martina Corbetta, arte contemporanea e consulenza
- Mercoledì 10/06, 19:30 @TETI, contemporary street-art
- Mercoledì 17/06, 19:30 @Veronique, gender project
- Mercoledì 24/06, 19:30 @Ramona Iurato, illustrazione

March 25, 2017No Comments

Il racconto dei racconti!

Forse era destino che io andassi a vedere Steve McCurry. Forse gli dèi l'avevano premeditato o forse era il mio subconscio che premeva per mostrarmela. Fatto sta, che ho finalmente rotto il ghiaccio con il famigerato fotografo, presso il Museo Civico di Brescia.

La prima volta che sentii parlare di una sua mostra fu lo scorso anno, quando lui diede inizio alle danze alla rinnovata Villa Reale di Monza. Fece il boom di biglietti staccati ed entusiasmò tutti. Quel volto della bambina afgana dagli occhi di ghiaccio era sulla bocca di tutti. Io temporeggiai per qualche assurdo motivo, e me la persi.

Poi si fece Ottobre ed io ero in Puglia con le amiche per una invidiatissima settimana di puro relax e venni sorpresa da quella stessa mostra ad Otranto, nel museo del Castello della città. Sorrisi e la buttai lí con le amiche, ma era ora di pranzo e vinse il cibo.

Poi, il weekend scorso mi chiamò un'amica dicendo: "a Brescia c'è la mostra fotografica di Steve Mccurry, Artebella sarebbe così gentile da accompagnarmi?" A quel punto pensai - è destino - ed accettai.

La mostra, tenuta al Museo Civico di Santa Giulia, si chiama "Leggere", allestita in occasione di Brescia Photo Festival 2017, è un viaggio emozionale all'interno della lettura. Si viaggia accompagnati dalle meravigliose fotografie dell'artista, che lasciano senza fiato. Io personalmente ci ho messo una vita a girarla tutta, perché venivo catturata da ogni scatto e ci rimanevo intrappolata come un insetto nella tela del ragno. Sono magnetici i suoi ritratti e se inizi ad osservarne i dettagli, non te ne stacchi più. Mi venivano a recuperare gli amici, che per capire dove fossi, incalzavano al telefono:

  • "Ele ti abbiamo persa, dove sei rimasta?"

- "Incollata all'uomo anziano che legge"

  • "Ce ne sono giusto un paio, puoi essere più specifica?!"

- "Non lo so, uno di quelli nella prima sala"

  • "Ah! Noi siamo alla terza. Resta dove sei, arriviamo."

Brescia Photo Festival - Steve McCurry, Leggere

Brescia Photo Festival - Steve McCurry, Leggere

A tenerti per mano, poi, ci sono le scritte. Per tutta la mostra compaiono citazioni di personaggi importanti della letteratura mondiale, che esprimono a parole loro la bellezza e l'importanza di leggere. Il bello è che queste frasi sono stampate su supporti bianchi in simil-stoffa e tu ti ci puoi buttare in mezzo, le puoi toccare, le puoi muovere, puoi interagire con loro, ci puoi giocare.

Steve McCurry è la priorità alla quale non si può rinunciare, ma vale la pena anche di ammirare le altre due mostre in corso: Magnum's First, le prime produzioni dei fotografi della più importante agenzia di fotogiornalismo di tutti i tempi. La Premiére Fois: gli scatti che hanno identificato lo stile e reso famosi in tutto il mondo i fotografi della Magnum.

Buona visita! #scattirubati

February 23, 2017No Comments

Osservando l’Osservatorio: che osservazioni! (firmate Prada, ovviamente)

Finalmente sono riuscita ad andare alla scoperta del nuovissimo spazio espositivo milanese firmato Prada: l’Osservatorio.
Inaugurato il 21 Dicembre 2016 si occupa di fotografia ed espone i nuovi linguaggi visivi che la utilizzano in vari modi.

Questo spazio mi ha incuriosita fin dal principio, grazie alla location spettacolare (5° e 6° piano di uno degli edifici centrali della galleria Vittorio Emanuele). Le aspettative che si creano sono davvero alte e sorge spontaneo chiedersi se i contenuti della mostra siano effettivamente all’altezza del contesto in cui si trovano.

Innanzitutto, bisogna trovare l’ingresso. Un’operazione che può sembrare molto semplice, ma che se non si ha ben chiaro cosa si sta cercando, non lo è affatto.

E' situata nella prima metà della galleria (arrivando da piazza Duomo) e si trova sulla destra, poco prima delle vetrine di Prada uomo. Fin da subito si fa sentire il peso del lussuoso contesto: ad accoglierti c’è il listino prezzi di Marchesi, la storica pasticceria di Milano situata nello stesso palazzo, con elegante ascensore di marmo verde, raffinato e piccino.

Ingresso Fondazione Prada, Galleria Vittorio Emanuele, Milano

Ingresso Fondazione Prada, Galleria Vittorio Emanuele, Milano

Una volta arrivati il personale è molto cordiale e ben disposto a fornire qualsiasi spiegazione. La mostra in scena è “Give me Yesterday”, un insieme di lavori di 14 artisti che raccontano le loro personalissime storie, accomunate solo dal medium utilizzato: la fotografia, e dal modo con cui questa viene utilizzata. Per poter comprendere tutto ciò è necessario munirsi della brochure, che fornisce oltre ad autore e titolo delle opere, anche qualche concetto chiave per poter comprendere ed apprezzare ciò che si sta per guardare.

Give me Yesterday, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Give me Yesterday, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Le opere esposte al primo piano sono le più bizzarre, passatemi il termine. Si rimane forse un po’ straniti osservando scatti provocatori di una signora non più tanto giovane, che posa semi-nuda con sfacciata disinvoltura. Leggendo si scopre essere la madre dell’artista e che l’effetto desiderato è proprio quello di sdoganare i tabù sulla sessualità. Incuriosisce anche il video che proietta album fotografici di famiglia sulla base di “Day-O (The Banana Boat Song)” di Harry Belafonte https://genius.com/Harry-belafonte-day-o-the-banana-boat-song-lyrics, canto popolare giamaicano innalzato dai lavoratori serali nei campi di banane o, per gli amanti dell’hip-hop come me, l’intro della canzone “6 foot 7 foot” di Lil Wayne https://youtu.be/c7tOAGY59uQ, che speri tanto parta a tutto volume.

Leigh Ledare, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Leigh Ledare, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Con la seconda sala è più facile familiarizzare, offre immediati spunti di riflessione ed occasioni di dialogo, se si è in compagnia. Interessante è il lavoro di una ragazza bolognese con le polaroid: "Ho preso le distanze", in cui ritrae amici e famigliari tanto distanti dall’obiettivo quanto è confidenziale il loro rapporto con l’autrice. Oppure gli scarabocchi con Photoshop di Kenta Cobayashi, che mi hanno immediatamente ricordato quando da piccola pasticciavo con Paint. Confortante è la linea di orizzonte continua fatta accostando i paesaggi di Puglia e Sardegna, ognuno di noi ha a cuore un orizzonte e questa serie di fotografie ce lo ricordano.

"Orizzonte in Italia" Antonio Rovaldi, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

"Orizzonte in Italia" Antonio Rovaldi, Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Unica pecca di tutta la mostra? Essendo le opere concettuali ed a volte “difficili”, si rischia di passare più tempo ad ammirare l’incantevole struttura della cupola, che sembra un delicato pizzo in vetro e ferro, che a guardare la mostra in sé.

Cupola della Galleria Vittorio Emanuele, Milano

Cupola della Galleria Vittorio Emanuele, Milano

Immancabile dopo la visita il caffè da Marchesi al piano inferiore, 5 € per un caffè (se volete potete ordinare anche solo un bicchiere d’acqua) e la corsa in piazza Duomo a vedere le palme.

Palme in Piazza Duomo, Milano, Italia

Palme in Piazza Duomo, Milano, Italia

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