December 20, 2023No Comments

Pittura Italiana Oggi, una collettiva sull’individualismo contemporaneo

“Pittura italiana oggi” è il titolo della grande mostra che si tiene alla Triennale di Milano dal 18 novembre 2023 al 18 marzo 2024. Curata da Damiano Gullì, la mostra presenta il lavoro di 120 artisti italiani di diverse generazioni, nati tra il 1960 e il 2000, che hanno scelto la pittura come mezzo di espressione artistica. L’obiettivo dell’esibizione è di mostrare la ricchezza e la complessità della pittura italiana contemporanea, che non si riduce a una sola tendenza o a una sola scuola, ma anzi si articola in una molteplicità di linguaggi, stili, temi e tecniche. La mostra si sviluppa in 12 sezioni tematiche, che esplorano le diverse sfaccettature della pittura italiana, da quelle più legate alla tradizione a quelle più innovative e sperimentali. Da quelle più sociali e politiche a quelle più intimiste e personali. E ancora, da quelle figurative e narrative a quelle più astratte e geometriche. La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato, edito da Skira, che contiene i testi critici dei curatori e dei membri dell’honorary board, composto da personalità di rilievo nel campo dell’arte internazionale, come Francesco Bonami, Suzanne Hudson e Hans Ulrich Obrist. Pittura italiana oggi è anche un’occasione per celebrare il centenario della Triennale di Milano, istituzione storica dedicata alla promozione della cultura, del design e dell’architettura.

L'allestimento è stato progettato dallo Studio Italo Rota, che ha ideato un sistema modulare che permette ai visitatori di muoversi liberamente tra le opere, sperimentando una disposizione non cronologica ma dinamica. Anche i materiali utilizzati sono sperimentali, infatti il legno dei pannelli è interamente riciclato. Lo Studio Italo Rota ha anche curato il design delle opere murali site-specific, commissionate a diversi artisti per creare un dialogo tra il medium pittorico e il tema dello spazio e dell'architettura. Tra le opere site-specific, ci sono: Insostenibile dare un titolo (Bruciare da dentro) di Gianni Politi, un grande dipinto a olio su tela che occupa tutta la parete del foyer della Triennale, creando un effetto di esplosione cromatica.

Gianni Politi, Insostenibile dare un titolo, Bruciare da dentro, courtesy of Galleria Lorcan ONeil
Gianni Politi, Insostenibile dare un titolo, Bruciare da dentro, courtesy of Galleria Lorcan ONeil

Frana e fango, 2023 di Roberto Coda Zabetta pensato per il cavedio esterno di Triennale in cui colori, segni e forme si fondono con il contesto architettonico in cui i colori sembrano specchiare un cielo terso.

Frana e fango, 2023 di Roberto Coda Zabetta 

Composite I: La Pecora Quadricorna, 2023 e Composite II: L’Olio Selvatico, entrambe di Giulia Mangoni, che mette in scena due temi a lei cari, che ha vissuto in prima persona: la cura di una razza di pecora in via d’estinzione e la produzione di un olio da ulivi selvatici. Unisce così la realtà rurale e periferica a quella immaginifica e sarcastica a quella urbana. 

Tra i temi trattati in mostra emerge un fil rouge intimista e sensuale, fotografia di nuove forme di affetto e scambio, a volte ingenue, a volte promiscue, ora morbose e ora indifferenti. La prima tela a trascinarci come intrusi in una scena notturna, silenziosa, che ha luogo in uno spazio domestico illuminato da una luce un po’ marziana, è Tra i tuoi vuoti di Pietro Moretti. L’opera è uno scorcio dell’abbraccio di due amanti che inglobano i reciproci corpi al punto da esserne teneramente trapassati e inflitti. La figura che si scorge più chiaramente è quella di un ragazzo dal corpo poroso, ma dallo sguardo dolce. Forse quel corpo inafferrabile allude ad un altro tipo di inconsistenza, quella interiore. Ci si ritrova così a sbirciare un senso di goffo che attraversa l’intimità della scena e la pittura si fa veicolo di questa incompiutezza, dell’impossibilità di definire i confini emotivi dei sentimenti e degli oggetti e, al tempo stesso, la possibilità delle varie realtà di convivere anche così, in questo stato immateriale, come emozioni taciute e inaspettate.

Un altro immaginario diffuso e messo in scena dagli artisti mostra una realtà tutt’altro che terrena, decisamente sovrannaturale e fiabesca.

Pagura sul bagnasciuga, 2022 di Flaminia Veronesi ne è testimonianza. Un acrilico su tela che raffigura una pagura avvolta da un paesaggio blu. L'opera è un omaggio fragilità umana, ma anche alla sua continua metamorfosi, potente e rivoluzionaria. Una lingua di terra verde all’orizzonte fa intendere il forte legame con la realtà, che questo mondo marino e fantastico, non abbandona.

Summer Solar Power aka “Calipso”, 2021 di Thomas Braida è un olio su tela che rappresenta un mare stridente, abbagliante, assordante. I contrasti argento da un lato e la coda di una sirena viscosa e colorata dall’altro, che ha accanto una lattina accartocciata come a conferire un presentimento sinistro. 

Flaminia Veronesi, Pagura sul bagnasciuga, 2022

Questo agglomerato di tele, di stili, di fantasie, di messaggi ed interpretazioni presenta uno spaccato della pittura italiana contemporanea come altamente frammentato e discontinuo. Camminando si ha l’impressione che le opere non dialoghino veramente tra loro ma che sgomitino ciascuna per attirare l’attenzione dello spettatore su di sé, sul proprio tema, sulla propria storia. Ne emerge un’arte anticonformista, prodotta da interpreti insofferenti. Il Dio celato di queste tele è l'individualismo, espressione del concetto del singolo. Gli artisti proiettano su tela (o altro) il loro parere, la loro realtà e la loro visione del mondo. Gli accostamenti fatti da Gullì sono dunque per la maggior parte dettati da un equilibrio di forma, di architettura della scena e solo raramente dalla condivisione di significato. Ciò che sorprese dunque trovare è similitudini distanti e non voluti, temi ricorrenti e coincidenze espressive. From Just Married Machine, 2022 di Pietro Roccasalva è il risultato di una grande stratificazione che vede il suo principio nella natura morta - una tavola imbandita - che apre il film di Pier Paolo Pasolini La Ricotta. Nel 2012 Roccasalva re-immagina quella tavola imbandita trasformando gli elementi di cui era composta in una scena densa e grandiosa che mette insieme figure umane, animali e oggetti. Il dipinto, vibrante, ritrae uno dei protagonisti di quel tableu vivant: lo sposo. Egli è immerso da una moltitudine di oggetti in scala umana che affollava la scena originaria del film. L’approccio di Roccasalva alla pittura incrocia linguaggi e tecniche diverse che, alimentandosi a vicenda, generano continue nuove prospettive creando una superficie vibrante e cangiante.

Pier Paolo Pasolini è protagonista di un’altra tela presente in mostra. Questa volta non attraverso i suoi film, ma lui stesso in persona nel momento tragico del suo assassinio. Hostia, 2022 di Nicola Verlato è una gigantesca pittura scandita da uno schema tripartito che manifesta la sua architettura riempiendo tutta la scena. Al centro del dipinto Pier Paolo Pasolini che cade capovolto verso un Ade costellato di altri corpi come lui stesso descriveva in Salò. La scena è apocalittica e solenne, un richiamo alle tele sacre piene di dettagli e di figure secondarie a fare da contorno al protagonista. Un esplicito richiamo alla pittura classica in cui venivano raffigurate nel dettaglio le figure di contorno, i paesaggi in secondo piano e un senso di drammaticità esistenziale dato dal sapiente uso della luce e del chiaroscuro, altro richiamo alle tradizioni del passato.

Nicola Verlato, Hostia, 2022

Verlato allude ad una tridimensionalità resa dalla stratificazione di un racconto che vuole però ancora rimanere fortemente legato alla bidimensionalità. Percorrendo l’esibizione si incontreranno invece esempi di artisti che utilizzano la pittura in maniera non convenzionale per raggiungere una dimensione che và ben oltre la tela piatta creando nuove possibilità di rappresentazione dello spazio. 

Alcuni artisti hanno sperimentato con la prospettiva, la geometria, la luce, il colore, la materia, la forma, per creare effetti di profondità, movimento, illusione, astrazione. Altri artisti hanno utilizzato la tela come supporto per applicare o inserire elementi tridimensionali, come oggetti, sculture, collage, tagli, buchi, che interagiscono con lo spazio circostante e con lo spettatore. In entrambi i casi, la pittura diventa un mezzo per esprimere una visione del mondo che non si limita alla superficie, ma che si apre a una prospettiva diversa.

Un’esempio è l’opera di Giuliana Rosso Three House, 2023, che si sviluppa su tre fogli di carta di cui una sul pavimento. L’angolo che si crea con l’intersezione di questi fogli crea per l’artista un mondo in cui tutto è possibile. In questo caso la scena rappresenta un rituale ormai diffuso tra le nuove generazioni, ovvero quello della challenge. Un ragazzo sembra compiere un gesto estremo, quello di lanciarsi da una finestra spettrale mentre viene ripreso da uno smartphone. Sulla parete opposta una ragazza impaurita si nasconde, Il risultato è la creazione di un mondo parallelo in cui lo spettatore è escluso ed estraneo.

Giuliana Rosso, Three House, 2023

A riflettere sul rapporto tra spazio e oggetto come raffigurazione è anche l’opera di Alice Visentin. Una scultura muta, con le parole cadute a terra, fatte scivolare giù da questa bocca immensa quasi una bocca della verità, un totem capace di smascherare e spaventare lo spettatore che aggira divertito. A sconfinare lo spazio vi è anche l’utilizzo di ogni superficie come utile per raccontare il suo messaggio. Nella rappresentazione di Visentin nulla viene sprecato, anche il retro di questa maschera si fa messaggio, specchio argento che riflette la luce, ricorda l’acqua e abbaglia chiunque si ponga al suo cospetto.

Installation view, foto di Piercarlo Quecchia, DSL Studio, © Triennale Milano

Pittura italiana oggi vuole offrire una panoramica ampia e articolata della produzione pittorica italiana degli ultimi decenni, mettendo in evidenza la varietà e la vitalità di questo medium artistico. Visitando la mostra si capisce come la pittura non sia un linguaggio omogeneo e uniforme, ma si esprime attraverso una pluralità di approcci, stili, temi e tecniche, che riflettono le diverse sensibilità, visioni e ricerche degli artisti. Abbiamo trovato nomi affermati e riconosciuti a livello nazionale e internazionale, ma anche giovani emergenti e talenti ancora poco noti al grande pubblico. La mostra non segue una logica cronologica o tematica, ma propone un dialogo aperto e stimolante tra le opere, che si confrontano e si contaminano tra loro, creando nuove connessioni e suggestioni. Pittura Italiana Oggi è quindi un’occasione unica per scoprire e apprezzare la ricchezza e la complessità di questa tecnica antica che si pensava ormai futile, non necessaria. Essa invece non si lascia ridurre a una sola tendenza o a una sola scuola, ma anzi si manifesta in una molteplicità di espressioni, originali e significative.

November 10, 2020No Comments

Podcast 4 - Andrea Albanese

“Non si vive di sola arte”.

Me l'hanno ripetuto così tante volte che avevo quasi finito per crederci.

Sono passati vent'anni ma ancora mi pare di sentirle, tutte le quelle voci che mi ripetevano quanto fosse assurdo quello che mi ero proposto di fare: lasciare il mio lavoro e diventare un artista a tempo pieno.

Io che non avevo mai frequentato un'accademia. Io che non avevo le giuste conoscenze, io che con un gallerista non avevo nemmeno mai parlato. Che poi, con l'arte non si mangia, si sa. Con i pennelli, mi dicevano, non ci si comprano nemmeno le scarpe...

Quella che state per ascoltare è la storia di Andrea Albanese, artista, scultore, interior Designer. Come ha fatto a passare da timido proprietario di palestra, che nascondeva le sue opere d'arte al grande pubblico ...? Lo scoprirete in questo episodio.

“Episodi d’arte”, il podcast in cui raccontiamo pillole di vita dei nostri artisti, che hanno ispirato la loro creatività e fantasia. Voce di Marco Guglielmi, testo di Cristina Maran, programma di Eleonora Confalonieri. Scopri tutti gli episodi su Artebella.it

November 9, 2020No Comments

Podcast 3 - Sabeth Art

La scena che ascolterete è ambientata in un luogo preciso, che porta sulle spalle il peso di tutto ciò che rappresenta, ma anche la sua bellezza. Nel 2007 il consiglio internazionale del Museo elabora la seguente definizione: Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto, ed è proprio tra le mura di un museo che avviene la storia che vi stiamo per raccontare…

Episodio d'arte tratto dall'illustrazione di Sabeth Art. Voce di Carola Cudemo, testo di Anna Iacovino, programma di Eleonora Confalonieri.
Scopri tutti gli episodi su Artebella.it

October 20, 2020No Comments

Podcast 1 - Pierpaolo Rovero

Penso sempre a cosa fanno le città di notte quando non le guardiamo. E anche di giorno, quando crediamo di averle viste per intero e ancora in realtà ci hanno mostrato solo il loro quarto di luna. Quando chiudo gli occhi, il mio viaggiare con la mente apparentemente stanziale diventa un aeroplano e una città ricorre sempre nei miei pensieri: Parigi.

Storia tratta dall’illustrazione “Parigi” di Pierpaolo Rovero. Testo e Art Direction di Anna Iacovino, programma di Eleonora Confalonieri. Voce di Giovanni Scifoni vi ringrazio per aver ascoltato “Episodi d’arte”.

"Episodi d'arte" è la serie di Podcast che narra storie tratte da episodi di vita vera dei nostri artisti, fotografi, designers, professionisti del settore creativo.

October 18, 2020No Comments

Intervista a Riccardo Antonio Leone, penna 3D

Nuova puntata de “il salotto creativo” @riccardo_antonio_leone racconta la sua arte in penna 3D, a partire da disegni in penna bic su fogli riciclati, ad una continua evoluzione dettata anche da disagi e difficoltà personali. Un gesto di salvezza, un grido per rompere il silenzio, Riccardo ora sta sviluppando collaborazioni nel nel settore moda e design suggestionato dalle influenze milanesi.

Guarda qui l'intervista!

October 18, 2020No Comments

Intervista a Beatrice Novara, the JOYurney

Ecco l’ottava puntata de #ilsalottocreativo Ospite Beatrice Novara, designer & creative thinker racconta del suo progetto “The JOYurney” nato come un rito per scongiurare il periodo dell’isolamento e diventato subito un grande esempio di collettività, fiducia e inclusione. Next steps: portare offline quel che di meraviglioso è stato creato online restituendolo alla comunità!

Guarda qui l'intervista!

April 18, 2020 — Comments are off for this post.

Intervista ad Andrea Isola, Exhibition Design

Andrea Isola, Exhibition Designer, classe 1990. Originario di Cagliari, Sardegna, dopo la Laurea Triennale in Architettura, si trasferisce a Torino dove consegue la Laurea Magistrale in architettura sostenibile.


É proprio durante gli studi che Andrea si affaccia al mondo delle Fiere d’arte, innamorandosene.
Lavoro di squadra, progettazione degli spazi, installazioni e contatto diretto con l’arte, sono solo alcuni degli aspetti che colpiscono Andrea fin da subito. L’approccio fieristico al mondo dell’arte, vissuto con gli occhi di un architetto, fa nascere in lui l’esigenza di creare un connubio tra la sua preparazione professionale e il fascino e la passione per il mondo dell’arte.


Con questa premessa Andrea fonda nel 2017 Startarch, assieme ad altri tre soci. Startarch è uno studio di progettazione mostre, fiere d’arte, stand fieristici.
Il progetto di debutto è una commissione da parte della Fondazione Sardi per l’Arte, che chiede allo studio un progetto “chiavi in mano”. È con passione ed entusiasmo che Andrea si trova ad allestire completamente da zero una mostra fotografica personale dell’artista Fatma Bucak all’interno della Biblioteca dell’Università di Torino, palazzo storico. Progetto che si rivela un grande successo e motivo di orgoglio per il giovane studio.

Secondo Andrea, ci sono tanti piccoli accorgimenti che possono portare al successo di una mostra. Primo tra tutti è una grafica accattivante, che influenza fin da subito lo spettatore. Anche la luce è elemento chiave per Andrea, infatti sottolinea: “se si fa una mostra di oggetti del 1200 bisogna illuminarli con un certo tipo di luce, non con il classico faretto, come quando si va ad illuminare un Caravaggio, che si potrebbe rovinare”. Esempio di utilizzo della luce approssimativo è vedere il riflesso dei faretti sul vetro protettivo di un quadro, spiega Andrea. Questo può determinare la presenza o meno di uno studio dietro la progettazione della mostra. Anche il colore gioca un ruolo fondamentale: all’interno di spazi ampi può significare un elemento che cattura l’attenzione del visitatore. “Io quando progetto penso soprattutto al visitatore”, racconta Andrea, che con quest’ottica ci parla di come lui cerca sempre di mettere a proprio agio lo spettatore, soprattutto nella progettazione di fiere. "Il visitatore deve sempre essere messo a proprio agio e trovarsi bene negli spazi comuni".

Ascoltare gli obiettivi congiunti di artista e curatore, esaminare la location e pensare alle esigenze del pubblico sono le tre fasi fondamentali che caratterizzano il processo creativo di Andrea. Punti di forza personali sono: l’approccio minimalista all’allestimento, per non sovrastare mai le opere e l’aggiunta, dove serve, del “fattore wow”.

Tra i progetti più particolari, Andrea menziona la realizzazione della VIP Lounge al Kappa FuturFestival di Torino, in cui ha saputo stupire inserendo arte contemporanea all'interno di un Festival di musica elettronica. Infatti, con la collaborazione della Galleria Davide Paludetto, è stato inserito un orso di 4mt x 5 di altezza, fatto di pistole giocattolo, scultura dell’artista contemporaneo Simone Benedetto.

I tre oggetti scelti da Andrea per raccontare la sua professione sono un foglio bianco, da cui tutto ha inizio. Foglio bianco che a volte spaventa, a volte lascia liberi. Il secondo oggetto è una valigia, simbolo dei numerosi viaggi che compie per tenersi continuamente aggiornato con che cosa accade all’estero. Da ultimo Andrea sceglie una rivista, per suggerire la ricerca continua che c’è dietro al suo lavoro.

Guarda l'intervista qui!

April 5, 2020No Comments

Il salotto creativo: gli ospiti

Inspiring stories for mindful people

Artebella presenta Il salotto creativo. Un piccolo talk show virtuale in cui verranno condivise storie straordinarie di persone ordinarie.

Interesse, passione, curiosità, intraprendenza, perseveranza, audacia, sono solo alcuni tra i fattori che accomunano gli ospiti.

Puntata finale con Lavinia Fuksas

Mercoledì 15 Luglio, 2020
19:30
Live Instagram su @artebella.it

Prossimi appuntamenti:
- Putanta finale Mercoledì 15 Luglio con Lavinia Fuksas.

Appuntamenti passati:
- Mercoledì 08/03, @Giorgio Galimberti, fotografia e fotoreportage
- Martedì 14/04, @Andrea Isola, exhibition design
- Giovedì 16/04, @Salvatore Morales, interior & product design
- Martedì 21/04 @Niccolò Rossi, ceramic design e installazioni
- Giovedì 23/04, 18:30 @Lucrezia Roda, industrial photography
- Martedì 28/04, 19:30 @Albero Lina, tecnologia e arte
- Giovedì 30/04, 19:30 @Matteo Lanfranchi, teatro contemporaneo
- Martedì 05/05, 20:00 @Beatrice Novara, the Journey
- Giovedì 07/05, 19:30 @Ania Ambrosio, cinema oggi
- Mercoledì 13/05, 20:00 @Lise Arlot, co-owning art
- Mercoledì 20/05, 19:30 @Filadelfo Castro, musica e produzione
- Mercoledì 27/05, 19:30 @Riccardo Angossini, The Address Gallery
- Mercoledì 03/06, 19:30 @Martina Corbetta, arte contemporanea e consulenza
- Mercoledì 10/06, 19:30 @TETI, contemporary street-art
- Mercoledì 17/06, 19:30 @Veronique, gender project
- Mercoledì 24/06, 19:30 @Ramona Iurato, illustrazione

March 29, 2020No Comments

Londra

Rubrica di viaggi (mentali)
Chi l'ha detto che tra le mura di casa non si può viaggiare?

Ecco a voi una piccola guida con le illustrazioni di Anna, per continuare a viaggiare in compagnia. Segui il cappellino rosso di Eleswim tra città, musei, viaggi mentali e cibo.

Londra by Anna Obert
Eleswim traveling to London by Anna Obert
London Skyline
London Skyline from the Shard, March 2020

Per molti stranieri residenti all’estero non è stato facile scegliere cosa fare a fronte del lockdown a catena di ogni Stato e decidere se affrontare l’odissea per tornare al proprio paese oppure, armarsi di pazienza e rimanere fermi. Io sono tornata nella mia città natale, sebbene Londra sia stata la mia casa per questi ultimi due anni e mezzo. Doverla abbandonare così di fretta è stato sicuramente difficile. Tutto questo però non impedisce né a me, né a voi di tornare a visitarla, almeno con il pensiero. Cosa c’è di più bello di una passeggiata lungo il fiume, con i grattacieli a far da sfondo, la pioggerellina tenue abituale compagna, i runners, gli skaters, i fastidiosi bikers a fare da contorno… dove saremo diretti?

St. Paul Cathedral, Millennium Bridge, London
St. Paul Cathedral, Millennium bridge view from Bankside, London, UK

Risalendo River Thames si arriva al Millennium Bridge, ponte pedonale che sta prorpio di fronte a... La Tate Modern!

Tate Modern
Tate Modern by Anna Obert

Maestoso complesso in mattoni rossastri, la Tate Modern si sviluppa lungo il Tamigi, opposta alla cattedrale di St. Paul, ma attenta a non rubare la scena. La prima volta che ho messo piede qui dentro mi sono ritrovata in un ingresso spaziosissimo, la Turbine Hall, che all’epoca (due annetti fa) ospitava il pensiero di Superflex, una collettiva di designers che progettando spazi ricreativi, hanno voluto offrire spunti di gioco ed incontri, sotto l’altissimo soffitto in ingresso. Ne ha parlato anche Dezeen

Superflex installation, Turbine Hall, Tate Modern, October 2017

La Tete Modern ha ospitato mostre spettacolari dalla sua apertura nel 2000 ad oggi. Siamo fortunati abbastanza da poter godere di un’ampia trasposizione online delle sue sale, con racconti e spiegazioni utili. Come la libreria multicolor dell'artista Afro-Inglese Yinka Shonibare CBE, opera che racconta come il Regno Unito di oggi sia frutto di ondate migratorie continue, un mix di etnie e culture differenti che da anni popolano le sue terre, a volte solo di passaggio, a volte per restare.

May 2019, The British Library of Yinka Shonibare
Olafur Eliasson Exhibition, Tate Modern, July 2019

Tanta cultura mette fame... Dopo ore al Museo, fisico o virtuale che sia, è ora del ristoro.

Che fare quindi ora? Non ci resta che mangiare… 

Fish & Chips by Anna Obert

The End.

February 11, 20172 Comments

Non fate le Mummie, andate al Museo!

Lo so, la sessione esami è impegnativa. È difficile ricavare del tempo per ciò che ci piace, per andare a fare shopping sfruttando i saldi (ma perché devono coincidere proprio con la sessione invernale?!), è difficile persino trovare il tempo per avere una vita sociale e ricordarsi di essere persone con la capacità di relazionarsi con il prossimo, quindi, figuriamoci se troviamo il tempo per visitare una mostra o un museo!

Però, se ce l’ho fatta io, vi assicuro che potete farcela anche voi e che dopo starete benissimo.

Innanzitutto, uno spassionato consiglio che vi do per il weekend è quello di andare a visitare “Affordable Art Fair” a Milano, il cui cuore è in via Tortona 27, al Superstudio Più.

Questa fiera d’arte contemporanea è un evento che ormai si tiene ogni anno a Milano e stuzzica il palato di chi vorrebbe acquistare arte, ma non ha mai trovato la motivazione sufficiente per spendere cifre considerevoli. Qui si ha l’occasione di portarsi a casa un bel quadro o un oggetto d’arte a cifre super accessibili. Da non perdere!

Altro consiglio che vi do per staccare un po’ la spina dalla quotidianità e per far visita ad un museo degno del viaggio, è: andate al Museo Egizio di Torino!

Da poco ha visto terminare il restauro durato 5 anni, impresa veramente ammirevole in quanto la direzione è riuscita a non chiudere mai il museo al pubblico durante i lavori. Ciò significa che talvolta la collaborazione tra privato e pubblico funziona – e anche bene!

All’esterno sorvegliano l’ingresso due grandi statue che danno subito la sensazione di essere sul set del film “La Mummia – il ritorno”, inquietanti, ma fascinose.

Statua ingresso Museo Egizio

Statua ingresso Museo Egizio, Torino

Anche il salone d’ingresso contribuisce a restituire la medesima sensazione: biglietteria, negozio per gli acquisti e area d’attesa sono tutti contenuti in questa enorme stanza con soffitti alti, un colonnato ai margini, pavimenti in pietra scura, pareti di specchi imbruniti e illuminazione a faretti, che se ti avessero chiesto di descrivere l’ingresso di un templio dell’aldilà, l’atmosfera sarebbe proprio quella.

Il museo è strutturato su più livelli e la visita si svolge in ordine cronologico. Si giunge nella prima sala dopo un turbinio di scale mobili dove, in caso di ingorgo, l’unica cosa in cui speri è che il signore davanti a te non inchiodi una volta giunto al pianerottolo, perché altrimenti gli finiresti dritto nel sedere, accompagnato dal moto inesorabile dell’intransigente scala, che non fa sconti a nessuno. Una volta aver superato incolumi questo primo passaggio si viene catapultati in una stanza stretta e lunga in cui si inizia a vedere i reperti che raccontano la storia del popolo Egizio, a partire dalla più antica mummia meglio conservata.

La Mummia più antica, Museo Egizio, Torino

La Mummia più antica, Museo Egizio, Torino

I vari piani raccontano le diverse epoche che hanno caratterizzato l’evolversi di questo antico popolo, dall’Antico Regno, all’Epoca Romana Tardoantica ed è meraviglioso osservarne le usanze ed il linguaggio fortemente simbolico con cui ogni oggetto veniva decorato.

Dettaglio Sarcofago di donna, Museo Egizio, Torino

Dettaglio Sarcofago di donna, Museo Egizio, Torino

Si entra in un mondo in cui la vita ultraterrena ha quasi più valore di quella terrena e in cui il corpo di un defunto viene trattato con più cura di quello vivente. Mito, magia, religione e sacralità sono concetti qui fortissimi e nella nostra realtà occidentale un po’ sottovalutati, forse, ma sui quali le cronache di oggi tornano a farci riflettere.

In questo contesto è palpabile la forza con cui un’idea non provata empiricamente riesce a manovrare l’operato di un intero popolo per secoli. La sola fede nella vita dopo la morte ha condotto una stirpe a creare tombe imponenti, statue enormi, utensili vari ed oggetti straordinari con mezzi poverissimi.

La sala che ripaga del viaggio fino a Torino (se non siete di quelle parti) è sicuramente l’ultima. Si tratta della “Galleria dei Re”. L’ambiente è ancora una volta di colore scuro, sembra un templio antico di adorazione delle divinità e ospita tutte le statue acquistate dal museo che ritraggono potenti faraoni, sfingi, dei. Lo spettatore torna a sentirsi a metà tra Lara Croft in “Tomb Raider” ed Indiana Jones ne “I predatori dell’arca perduta”, finché esce da quel magico mondo e si ritrova nello Store a comprare il catalogo del Museo senza essersene neanche reso conto.

Galleria dei Re, Museo Egizio, Torino

Galleria dei Re, Museo Egizio, Torino

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