È in corso la 77° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia, organizzata dalla Biennale di Venezia e avente sede al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2020

Per l’occasione è stata allestita una Mostra, riconosciuta dalla FIAPF (Federazione Internazionale delle Associazioni di Produttori Cinematografici), che vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. 

Tra le offerte culturali in corso si segnala la mostra Le muse inquiete, La Biennale di fronte alla storia, visitabile fino a martedì 8 dicembre 2020. Organizzata da La Biennale di Venezia nella ricorrenza dei 125 anni dalla sua fondazione, ha sede al Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale ed è stata realizzata dall’Archivio storico della Biennale – ASAC. La mostra è curata per la prima volta da tutti i direttori dei sei settori artistici che hanno lavorato insieme per ripercorrere, attraverso le fonti uniche dell’Archivio della Biennale e di altri archivi nazionali e internazionali, quei momenti in cui La Biennale e la storia del Novecento si sono intrecciate a Venezia. 

La mostra propone un itinerario attraverso l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, ripercorrendo alcuni momenti fondamentali del Novecento durante i quali guerre, conflitti sociali, scontri generazionali e profonde trasformazioni culturali hanno premuto contro i confini dell’Istituzione veneziana. L’Esposizione presenta documenti storici, materiali d’archivio, fotografie, filmati rari, e opere d’arte provenienti dal prestigioso Archivio ASAC e da altri fondi e istituzioni nazionali.

Qui è scaricabile tutto il programma.

Ma le novità non finiscono. A stupire c’è anche Ocean Space. Situato nella Chiesa di San Lorenzo, e inaugurato nel marzo 2019, Ocean Space è un’ambasciata per gli oceani, un centro che incoraggia un maggiore impegno e l’azione collettiva sulle questioni più urgenti che gli oceani devono affrontare oggi. Tra gli obiettivi che TBA21–Academy, suoi fondatori e guide, vogliono raggiunere, c'è la valorizzazione dello spazio come un nuovo centro globale per catalizzare l’alfabetizzazione, la ricerca e il sostegno di tematiche oceaniche attraverso l’arte. 

Oggi è in mostra OCEANS IN TRANSFORMATION. TERRITORIAL AGENCY fino al 29 Novembre. Attraverso video art e proiezioni, questa mostra intende sensibilizzare il pubblico sul mutamento degli oceani come specchio di un pianeta terra che si evolve in fretta.

Gli oceani sono costantemente soggetti a rapide trasformazioni, e tuttavia la conoscenza delle stesse procede ancora molto lentamente, paralizzata tra forme di segregazione culturale consolidate e separazione tra attività umane di terra e di mare. Questa divisione deve essere rivista per affrontare con urgenza le vaste trasformazioni in atto negli oceani.

Qui la presentazione digitale.

Rivolgendo lo sguardo su una Venezia senza tempo, sono anche le mete più tradizionali a stupire oggi. L’iconico Caffè Florian porta i suoi tavolini in Piazza, restituendo alla città uno dei principali scopi del luogo stesso: la condivisione. Le piazze storicamente sono il centro della città, occasione di ritrovo, di scambio merci, di chiacchiere. Forse, in questa nuova realtà, tra distanziamento sociale e coatta occupazione del suolo pubblico da parte del locali (per pura necessità) Piazza San Marco vedrà il suo suolo ripopolato.

Intramontabile è il Museo Olivetti nel vecchio edificio delle Procuratie sul bordo settentrionale della piazza. Lo show-room è stato progettato da Carlo Scarpa, uno dei più importanti architetti italiani del XX secolo, incaricato da Adriano Olivetti nel 1956, dopo aver ricevuto l'Olivetti Architecture Award. Tra le produzioni Olivetti in mostra, si segnalano chicche architettoniche come la scultorea porta di ingresso e la fluttuante scala che collega il piano terrra al primo piano. Lastre di pietra collegate tra loro con un perno centrale in ottone.

Infine, nel ghetto ebraico, ha da poco riaperto La Casa dei Tre Oci, così chiamata per le tre grandi finestre che si affacciano sul bacino di San Marco, rendendo inconfondibile il palazzo. Recentemente restaurato dalla Fondazione di Venezia, il palazzo, con la direzione artistica del critico di fotografia Denis Curti, ospita mostre fotografiche ed iniziative volte alla promozione di un linguaggio contemporaneo. Ora e fino al 10 Gennaio 2021 si può vedere JACQUES HENRI LARTIGUE. L'INVENZIONE DELLA FELICITA'. FOTOGRAFIE che racchiude 120 immagini dell’autore francese di cui 55 inedite. Latrigue deve la scoperta del suo lavoro ad una importante retrospettiva al MoMA di New York nel 1963. Da lì, un successo ormai in tarda età, ma che gli ha permesso di essere riconosciuto in tutto il mondo.